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domenica 02 novembre 2025

RACCOLTE & PAESAGGI — il Blog di Marco Celati

Marco Celati

MARCO CELATI vive e lavora in Valdera. Ama scrivere e dipingere e si definisce così: “Non sono un poeta, ma solo uno che scrive poesie. Non sono nemmeno uno scrittore, ma solo uno che scrive”.

Lettera a un amico

di Marco Celati - domenica 02 novembre 2025 ore 09:07

Le cose si perdono senza sapere perché. Le persone spariscono da noi e non si sa dove vanno a finire. In qualche altro luogo, in nessun luogo? Resta chi resta. E cosa rimane del dolore, della felicità, dell’irrequieto amore della vita nessuno può dirlo. Niente più corrisponde. Restano nell’aldiqua memorie da un altrove, penombre senza tempo, ma non sempre le cose migliori. E, più di tutto, le persone care mancano. Quelle che ci hanno aiutato in vita a resistere non solo sul piano morale, ma proprio del concreto, a liberarci dallangoscia dellincertezza del pane. Oggi non sempre so quale sia l’ordine del giorno e a chi posso chiedere o dare consigli e istruzioni. Non è mai facile sapere e dire chi siamo e chi no. Sopravviviamo noi, i mostri, i peggiori e chi offende il nostro vivere con l’ottusità del potere. Non bastassero reazionari, aggressioni e stermini, in questo autunno della vita e del mondo.

Avremmo dovuto camminare leggeri su questa Terra. Avremmo potuto. E invece la nostra impronta pesante non lascerà tracce di noi, se non del nostro presunto dominio e del suo tragico errore. Nemmeno so se potremmo perdonarci o essere perdonati.

Eppure avrei attinto anch’io dall’albero della conoscenza, non vedo perché no. Quale Dio potesse o volesse impedirlo. Quanto ai demoni bastiamo noi e Dio potrebbe perfino non esserci. Sono un ateo non osservante né praticante, mi dice un compagno avventuroso per fede e linguaggio. Di evitare però il monoteismo dellio ci ammoniva, non a torto, in Chiesa, un Padre asceta e domandava a gran voce la nostra parola per sedare il conflitto tra la potenza dell’uomo e la sua vita. Pacificare e pacificarci! Uscito dalla Chiesa ho temuto di trovare sulla piazza, approntata la pira per il rogo ereticale e mi sono chiesto se fosse stata per il Padre oppure per me.

Dall’inizio alla fine la vita è imprevedibile. Siamo stati agnelli, pecore, pastori, poi lupi estinti. Alla fine non saremo più niente. Mio caro amico, ovunque tu sia, nel profondissimo sonno.

Marco Celati

Pontedera, Novembre 2025

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P.S. Liberare tutti ed ognuno dallangoscia dellincertezza del pane” è una frase del discorso pronunciato al Parlamento dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, in occasione del suo insediamento, nel 1955. Il Padre di cui si parla è Bernardo da San Miniato, udito in una recente e alta riflessione in Chiesa, sulla Pace e non solo. Nell’immagine un particolare dell’affresco di Giotto raffigurato nella locandina della bella iniziativa: San Francesco, genuflesso in preghiera, e frate Silvestro, in piedi, cacciano i demoni da Arezzo. Resto un montaliano, ancorché di sinistra, e non conosco la parola né “la formula che mondi possa aprirti”, però ne capisco il bisogno o quantomeno la ricerca. Solo non ne avrei gridato la richiesta. Né letto le poesie di Mariangela Gualtieri con sì gran voce. Magari lei sarebbe daccordo, sono io che non riesco a farlo. I Padri, spirituali e no, hanno sempre voce e ragione. E la pira è per noi. Eppure silenzioso, oltre la fiamma ed il fuoco, nel cuore di molti lamico vive ancora.

Marco Celati

Articoli dal Blog “Raccolte & Paesaggi” di Marco Celati