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Attualità mercoledì 02 settembre 2015 ore 08:28

Poste, i sindaci sperano nel colpo di scena

L'auspicio è che la direzione generale faccia un passo indietro per la chiusura dei presidi toscani: attesa per la protesta di domani



CHIANTI — Il conto alla rovescia è partito inesorabile perché mancano pochi giorni alla chiusura dei tre sportelli del Chianti e degli altri 56 inseriti nel piano di razionalizzazione messo in campo da Poste. Oltre alle riduzioni di orario di apertura, l'operazione prevede l'interruzione netta dei servizi nei piccoli centri urbani come San Donato in Poggio, nel Comune di Tavarnelle, La Romola, nel Comune di San Casciano e Marcialla, nel Comune di Barberino Val d'Elsa. “Continuiamo a sperare che Poste faccia un passo indietro – hanno detto i sindaci Massimiliano Pescini, David Baroncelli, Paolo Sottani, Giacomo Trentanovi - e interrompa questa operazione che consideriamo ingiusta e insensibile alle reali necessità del nostro territorio, frazioni collinari e montane dove, oltre alle annose criticità legate alla mobilità, si registra un'elevata percentuale di persone anziane che ha bisogno di essere supportata con l'erogazione di servizi mirati, non comprendiamo le ragioni per le quali Poste non abbia valutato soluzioni alternative rispetto all'unica strada percorsa fino a questo momento, la chiusura”.

Cresce l'attesa, intanto, per la manifestazione di domani quando i sindaci scenderanno in piazza, in via Pellicceria a Firenze dove è situata la sede regionale di Poste per una iniziativa di protesta promossa dai Comuni di Barberino Val d'Elsa, Greve in Chianti, San Casciano e Tavarnelle Val di Pesa estesa a tutte le amministrazioni toscane colpite dai tagli e organizzata in collaborazione con Anci e Uncem. “Non si tratta solo della chiusura di un ufficio postale ma di un pezzo dello Stato che se ne va – hanno sottolineato i referenti dei comitati civici del Chianti Sandro Matteini, Filippo Ninci, Emanuele Sbaragli, Carlo Nozzi – non vogliamo essere abbandonati, procedere con l'eliminazione di questi sportelli che svolgono un'importante funzione sociale nelle piccole comunità significa mettere a rischio l'autonomia dei cittadini, soprattutto quelli più deboli”. L'appello segue le numerose mobilitazioni avvenute nelle scorse settimane tra cui fiaccolate, assemblee, banchi di protesta per la raccolte di firme, bombingmail.


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