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Attualità mercoledì 07 dicembre 2016 ore 10:42

Vivere la vita con un boa rosso al collo

Quindici done che hanno vissuto l'esperienza della malattia oncologica debuttano al teatro Niccolini con uno spettacolo che andrà in scena venerdì 9



SAN CASCIANO — Lo spettacolo è legato al progetto Women Life Love, ideato da Francesca Sanità dell’associazione Arbus e realizzato in collaborazione con Lilt, Ispo e il Centro di Riabilitazione Oncologica. Un gruppo di pazienti oncologiche debutta al Teatro Niccolini di San Casciano venerdì 9 dicembre alle ore 21

Alle ore 21 andrà in scena “Il mio corpo è un'opera d'arte dal cancro al burlesque”, interpretato dalla Cooperativa delle Soubrettes. Lo spettacolo nasce dal progetto Women Life Love, ideato da Francesca Sanità dell’associazione Arbus e realizzato in collaborazione con Lega Italiana per la Lotta contro i tumori – Sezione di Firenze ONLUS, Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica e il Centro di Riabilitazione Oncologica (CeRiOn), associazione La Finestra. 

Le donne sono protagoniste e interpreti di un percorso di riabilitazione, avvenuto negli spazi del Centro di Riabilitazione Oncologica ISPO-LILT di Firenze (Ce.Ri.On, situato nella sede ISPO, Villa delle Rose), che le ha viste rinascere e crescere con il coraggio di raccontarsi, di non avere paura o di non farsi sopraffare dal terrore, di non vergognarsi, di sentirsi vive pur con la consapevolezza dei rischi, più o meno elevati, derivati dalla malattia. 

Strette nella morsa dell'incertezza, le pazienti, condotte per mano dall'associazione di Promozione sociale Arbus, sono diventate 'soubrettes', addirittura socie di un'omonima cooperativa: femminili, egocentriche, vanitose, individualiste e gregarie allo stesso tempo, forti ed energiche a tal punto da salire tutte insieme sul palcoscenico di un teatro e riprodurre singolarmente le identità ritrovate, dopo averle ricostruite, alimentate e iniettate costantemente, per un intero anno, di fiducia, realtà, speranza. 

I testi sono stati scritti dalle pazienti, rivisti dalla drammaturga Chiara Guarducci. L'allestimento è frutto di un laboratorio teatrale e ha preso forma dalle risposte che le pazienti hanno dato alla regista Francesca Sanità; altre scene sono scaturite invece dai ricordi che le pazienti hanno in comune o da situazioni che hanno vissuto nel corso dell’anno. 

“Con il mio corpo è un'opera d'arte - spiega la regista Francesca Sanità che ha vissuto anche lei l’esperienza della malattia - vogliamo mettere in scena i ricordi, le emozioni, i pensieri che tutte noi abbiamo avuto o provato nelle varie fasi del cancro, dal momento in cui, nella nostra vita è arrivata la notizia della diagnosi fino a quello in cui ci troviamo ora, con una grande cosa in comune: vivere la vita con un boa rosso al collo, qualsiasi cosa ci stia succedendo”. 

Lo spettacolo è dedicato a Carla Andreini, moglie di Michele Di Grande, un medico che ha finanziato un’ampia parte del progetto. Le pazienti-attrici sono Alessandra Allori, Alessandra Sbolci, Doriana Masi, Tamara Gonnelli, Laura Scarpitti, Carla Calvaresi, Carla Cerbai, Cristina Galletti, Claudia Marucelli, Graziella Carboni, Luisa Libretti, Elisabetta Vannini, Giuliana Bongianni, Maria Francesca Torselli, Simona Capigatti. 

Le donne sono state seguite da un team di esperti tra cui Alessandra Gori psicologa, psicoterapeuta conduttrice dei gruppi di teatro-terapia e le responsabili del Ce.Ri.On., Maria Grazia Muraca, medico chirurgo e Giovanna Franchi, psiconcologa. 

“Ci sono stati momenti difficili - aggiunge Sanità - in cui alcune persone hanno scelto di non continuare il percorso; ci sono state persone che hanno dovuto interrompere per le cure e a tutte va un mio grande abbraccio, le soubrettes che sono in scena hanno superato con forza le difficoltà e le paure che hanno provato e ne sono uscite ancora più forti e più belle. Ho visto delle trasformazioni incredibili, delle vere metamorfosi. Abbiamo anche affrontato dei grandi tabù legati alla malattia, primo fra tutti la sessualità durante la malattia. Anche in questo caso ci siamo addentrate insieme in territori spinosi, spesso percorsi in solitudine e con vergogna. Mi sono sentita sin dall’inizio una di loro perché io sono una paziente e quindi non ho avuto il timore di ferire o di avere un atteggiamento non appropriato. Un caloroso ringraziamento a tutte loro che mi hanno permesso di vivere un’esperienza straordinaria”. 

Hanno collaborato alla realizzazione dello spettacolo Chiara Guarducci per il testo, Marco Ulivieri per i contributi video, Antonio Musa per i costumi, Marco Falai alle luci e Leonardo Granchi ai suoni, Marco Toloni e Viola Panik per contributi artistici, Daniela Barucci per l'organizzazione e Luca Ruggeri per la scenografia. Il ricavato della serata è finalizzato alla prosecuzione del progetto.


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