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Attualità martedì 20 gennaio 2015 ore 10:25

Pescini: ''Sì all’Unione dei Comuni del Chianti"

Il sindaco interviene dopo l'approvazione dell'atto di indirizzo a Radda e Castellina



GAIOLE — "Ribadiamo la nostra volontà di tenere uniti i Comuni del Chianti Storico, anche se non comprendiamo i vantaggi di far nascere un altro nuovo ente chiamato “Unione dei comuni”. Si tratta di un altro consiglio, un’altra giunta e un altro presidente scelti dalla politica, lasciando in piedi i tre Comuni esistenti, sostanzialmente svuotati di poteri e personale, ma con ancora tutti i loro organi. Duplicare gli enti non ci pare la strada migliore per raggiungere una vera razionalizzazione e dei risparmi, senza contare che ciò che si moltiplica è soprattutto la burocrazia, oggi nemico numero uno del cittadino. Dobbiamo renderci conto - spiega il sindaco Michele Pescini -  che mentre le province vanno verso la chiusura, e così molte delle società pubbliche partecipate, non possiamo permetterci il lusso di moltiplicare enti e poltrone. La riforma della pubblica amministrazione è assolutamente prioritaria, ma non può essere timida, apparente e legata a vecchie logiche localistiche. Non possiamo più tenere conto solo del nostro orticello e questa riflessione vale per tutti i piccoli comuni e tutti gli amministratori di questa provincia. Gli stessi rappresentanti del governo ripetono ormai ogni giorno che non possiamo più permetterci oltre 8 mila comuni in Italia, 287 solo in Toscana.  Per questo, ormai tre anni fa, proponemmo la fusione dei tre Comuni - prosegue Pescini -  ovvero la nascita di un comune unico del Chianti Storico, con un’unica sede a Radda, una sola giunta, un solo consiglio e un solo sindaco democraticamente e direttamente eletti dai cittadini. Un unico ente più agile, con sportelli al pubblico nelle tre sedi dei municipi esistenti, semplice ed efficiente. Operazione che ancora per poco sarebbe in grado di garantire 5 anni senza patto di stabilità e quasi 8 milioni di euro di contributi. Su circa 7.400 abitanti complessivi, significa che rinunciarci equivarrebbe a imporre una tassa di oltre 1.000 euro ad abitante. Senza contare che quella della fusione sarebbe l’unica forma di aggregazione, fra quelle obbligatorie dal 1° gennaio scorso, che prevede il passaggio democratico del referendum. Perché non far scegliere i cittadini? Abbiamo capito che i due Comuni di Radda e Castellina  - conclude il sindaco - non sono pronti a fare questa scelta e dobbiamo rispettarli. Per questo, abbiamo da tempo incassato il no alla fusione e dichiarato in ogni modo la nostra volontà di associare subito i servizi nel rispetto della legge, lavorando alla nascita della nuova Unione dei Comuni con Gaiole, Radda e Castellina in Chianti. Nonostante permangano le nostre convinzioni, crediamo sia il prezzo da pagare per non dividere un’area così omogenea e storicamente radicata in cui abbiamo sempre creduto, l’unica che potrebbe vantare un giorno di chiamarsi Chianti Storico".


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