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La processionaria, pericolo mortale per il cane

di - venerdì 10 aprile 2015 ore 20:26

Immagine di Melania Merlo

La processionaria è un insetto della famiglia dei lepidotteri che parassita e si annida sugli alberi, soprattutto i pini e le querce; è un bruco lungo da 1 a 3 cm e rappresenta la forma larvale della falena, o farfalla notturna. Le processionarie si rinvengono nei primi periodi di temperatura mite dell'anno, indicativamente a marzo e ad aprile; in questo periodo infatti si spostano in fila indiana (da qui il nome) per lasciare i loro nidi, molto facili da riconoscere essendo dei grossi bozzoli bianchi dall'aspetto soffice che possono raggiungere anche i 30-40 cm di diametro, e trovare il luogo adatto del suolo dove interrarsi e proseguire la propria trasformazione.

Non è il bruco in sé ad essere pericoloso, quanto i peli fortemente urticanti che ricoprono il suo corpo. Questi peli sono irritanti sia per noi che per i nostri cani: contengono, infatti, una dose particolarmente alta di taumetopeina, una tossina ad elevate capacità urticanti, a cui senza saperlo potremmo anche essere allergici.

Il pericolo per l'uomo è, ovviamente, limitato al solo contatto. Per i cani il pericolo è invece più elevato, dato che potrebbero arrivare ad ingerirle o, molto più semplicemente, potrebbero leccarle.

I danni vengono provocati dalla penetrazione dei peli nella cute: questo provoca fortissimi eritemi papulosi e pruriginosi e, nei casi più gravi, infezioni e addirittura necrosi dei tessuti (sia negli uomini che negli animali); le conseguenze sono ancora più gravi se i peli vengono a contatto con occhi, mucose nasali, bocca, vie respiratorie e digestive.

I cani, annusando il terreno, possono inavvertitamente ingerire i peli urticanti che ricoprono il corpo dell'insetto. I cuccioli spesso tentano direttamente di giocare coi bruchi o di "assaggiarli".

Il cane che si è trovato a contatto con una processionaria mostra subito segni di insofferenza. Se poi è la lingua ad essere entrata in contatto con uno di questi insetti la reazione è veramente immediata: il cane inizia a salivare in modo intenso a causa el violento processo tossico-infiammatorio che si instaura, fenomeno che peggiora con il passare dei minuti e la lingua può subire un ingrossamento patologico tale da soffocare l'animale.

I peli urticanti, entrando in contatto con la lingua, causano una distruzione del tessuto cellulare: il danno può essere talmente grave da provocare processi di necrosi con la conseguente perdita di porzioni di lingua. Nel giro di poche ore il suo colore diventa violaceo e iniziano a formarsi delle vesciche.

Altri sintomi rilevanti possono essere: la perdita di vivacità del soggetto, febbre, rifiuto del cibo; se il cane ha ingerito uno di questi insetti, o anche soltanto il suo veleno, potrebbero essere presenti inoltre vomito, diarrea (anche emorragica) e difficoltà respiratorie ad esito letale!

La prima manovra da effettuare consiste nell'allontanare la sostanza irritante dal cavo orale: occorre pertanto effettuare un lavaggio della bocca il più abbondante possibile, con una soluzione di acqua e bicarbonato. Non sempre però questa manovra è facile da eseguire, poichè il cane in queste condizioni difficilmente si fa approcciare la bocca; bisogna quindi, sempre e comunque, portarlo subito dal veterinario.

Non esiste, purtroppo, un antidoto alla taumetopeina. Soltanto i sintomi, quindi, potranno essere curati.


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