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Attualità mercoledì 27 gennaio 2021 ore 14:42

Nel Chianti una ciclabile ricorda Gino Bartali

La dedica in occasione del Giorno della Memoria, Lisa Bartali “Mio nonno un grande esempio di umanità per tutti da rispettare e da portare avanti”



GRASSINA — Da oggi la pista ciclabile di Grassina, nel Comune di Bagno a Ripoli, porta il nome di Gino Bartali, campione delle due ruote e “Giusto tra la Nazioni”. La pista una volta completata si estenderà verso Ponte a Ema, luogo di nascita del campione toscano. 

L’intitolazione si è svolta stamani, in occasione del Giorno della Memoria, per ricordare l’impegno umanitario di Bartali in favore degli ebrei durante gli anni del nazifascismo, a 76 anni anni dalla liberazione di Auschwitz. 

A svelare la targa del campione nato nel 1914 a Ponte a Ema, allora territorio ripolese, accanto al sindaco Francesco Casini e all’assessore allo sport Enrico Minelli, erano presenti la nipote di Bartali, Lisa, il rabbino Joseph Levi, i rappresentanti di Anpi Bagno a Ripoli, Aned Firenze e dell’associazione “Per non dimenticare – Do not forget” Onlus. In rappresentanza del Consiglio comunale, presente inoltre il presidente Francesco Conti.

Maurizio Bresci presidente dell’associazione “Amici del Museo del Ciclismo Gino Bartali” ha messo a disposizione la storica bicicletta, la maglia originale di Bartali e il documento con cui lo Yad Vashem ha riconosciuto Bartali “Giusto tra le Nazioni”. 

Presenti inoltre il Comitato unitario di Ponte a Ema, la S.S. Aquila di Ponte a Ema, la Ciclostorica Certosina del Galluzzo, la Ciclostorica Lastrense, con delegazioni di bici storiche. Presente inoltre il neopresidente di Federciclismo Toscana Saverio Metti. La cerimonia è stata accompagnata dalle note del musicista Niccolò Innocenti. Presente anche il parroco di Ponte a Ema, don Antonio Cigna. 

“Il bene si fa ma non si dice, diceva Gino Bartali - ha ricordato il sindaco Casini -. Ed infatti abbiamo dovuto aspettare fino al 2010 per conoscere, oltre alle vittorie sportive, un’altra storia di Bartali. Quella del campione che negli anni più bui del nazifascismo salva molti ebrei dai campi di sterminio nascondendo documenti falsi nel telaio della bicicletta. Quella del giovane uomo che fa rifugiare una famiglia di ebrei nella propria cantina. Al nostro concittadino, al campione delle due ruote, al Giusto che salvò gli ebrei, oggi Bagno a Ripoli dice: grazie di cuore, Gino”. 

“Un grande nonno per me, un grande toscano e una persona straordinaria. Questo era Gino Bartali, una persona di una sensibilità e di una bontà straordinaria: era nella sua filosofia di vita fare del bene. Lo ha sempre fatto nel piccolo, aiutando la sua comunità, aiutando i suoi compaesani, la parrocchia, le scuole. E lo ha dimostrato anche in grande durante la seconda guerra mondiale, mettendo a rischio la propria vita e quella della sua famiglia per salvare centinaia di altre vite e centinaia di ebrei. Un grande esempio di umanità per tutti da rispettare e da portare avanti. Noi familiari siamo orgogliosi di questo riconoscimento, e continueremo a portare avanti la memoria di questo grande nonno, questo grande italiano, con tanta dedizione e tanto orgoglio”, ha dichiarato Lisa Bartali, nipote del campione. 

“Gino Bartali è stato un grande personaggio, ha salvato tante vite negli anni bui del nazifascismo. Il suo ricordo sarà di insegnamento per le nuove generazioni: lo sport può essere messo al servizio dell’umanità e intervenire salvando vite umane. Gino Bartali infatti ha unito i valori dello sport e quelli dell’umanità, del rispetto dell’altro, dell’aiuto a chi soffre. Nel suo ricordo dobbiamo lottare contro le discriminazioni ancora oggi, giorno dopo giorno, anno dopo anno”, ha dichiarato il rabbino Joseph Levi. 


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