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Cultura lunedì 19 dicembre 2016 ore 16:31

Sulle tracce della città distrutta

Gli archeologi Vanni Desideri e Leporatti hanno condotto la passeggiata tra i ruderi e le testimonianze ancora visibili della città di Semifonte



BARBERINO VAL D'ELSA — Camminare sulle tracce di Semifonte-Petrognano e riscoprire le testimonianze ancora visibili della città sommersa, distrutta dai fiorentini nel 1202. Una passeggiata archeologica tra le case-torri, i ruderi, le cappelle e i borghi nel cuore della campagna di Barberino Val d'Elsa ha offerto a studiosi, amministratori e appassionati l'occasione di tornare a scavare nel passato, di far riaffiorare dal Medioevo i segreti di Semifonte, dalle cui macerie nacque il castello barberinese.

Un patrimonio di incredibile valore intorno al quale nei secoli si è costruito un vero e proprio mito e che l'Unione comunale del Chianti Fiorentino, in collaborazione con il Consiglio regionale della Toscana, il Comune di Certaldo e l'Università di Firenze, si propone di valorizzare sul piano storico, culturale, turistico e ambientale. A distanza di 40 anni dall'ultimo studio, la sinergia istituzionale lancia una nuova stagione di indagini e ricerche da realizzare con alcuni dei più illustri studiosi e archeologi di rilievo nazionale.

“In questo luogo - commenta il presidente dell'Unione comunale Giacomo Trentanovi - sono radicate le nostre origini, l'identità di una terra ricca di testimonianze del passato, importanti per la storia della Toscana. Al momento siamo impegnati nella ricerca delle risorse necessarie a realizzare il progetto che mira a diagnosticare l'identità di un mito che da tempo attende di essere svelato e che crediamo possa partire nei primi mesi del 2017 con l'applicazione sperimentale dell'archeologia leggera o senza scavo”.

Dove si trovava la città, come vivevano i suoi abitanti? L'archeologia prova a dare risposte partendo dall'osservazione del paesaggio, dai materiali dispersi sul territorio, strutture edilizie che portano tracce di costruzione medievale. Ora sul sito si eleva maestoso il Duomo della Valdelsa, la cappella di San Michele Arcangelo che riproduce perfettamente in scala 1:8 la Cupola del Duomo di Firenze. 

Il Duomo valdelsano è stata eretto da Santi di Tito alla fine de 1500. Uno spettacolo che unisce paesaggio e architettura del passato cui anche le pagine online del National Geographic hanno dato spazio. L'escursione di trekking archeologico, organizzata in collaborazione con il Gruppo Archeologico Achu e il contributo del Sistema museale Chianti Valdarno, si è articolata in più tappe: la Cappella di San Michele Arcangelo, la Cappella di San Niccolò, Torre e Podere di San Niccolò, Pieve Vecchia, Docciola. 

La passeggiata è stata illustrata dagli archeologi Andrea Vanni Desideri e Silvia Leporatti dell'Università degli Studi di Firenze e dai tanti volontari del gruppo archeologico Achu, presieduto da Roberto Agnorelli, tra cui Bruno Rinaldi e Giacomo Cencetti. All'escursione ha partecipato anche il presidente dell'Unione comunale del Chianti fiorentino Giacomo Trentanovi.


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