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Attualità sabato 16 luglio 2016 ore 16:00

Archeologia mon amour

A 40 anni di distanza si torna ad indagare sulla città fantasma di Semifonte. Lunedì 18 alle ore 18,30 nella Cupola di Semifonte un progetto inedito



BARBERINO VAL D'ELSA — Sarà presentato dall'Unione comunale del Chianti e prevede la costruzione di sezioni museali, antiquari, tombe e aree all’aperto. Un grande tesoro sparso, quello del Chianti, disseminato tra le colline di Barberino Val d’Elsa, Greve in Chianti, San Casciano e Tavarnelle Val di Pesa. 

Quello che il progetto prevede è un itinerario esteso, una rete museale vitale, alla scoperta dell’archeologia toscana sulle quali è rivolta l'attenzione di studiosi e esperti.

Il presidente dell’Unione comunale del Chianti Fiorentino Giacomo Trentanovi  ha ricordato che questo appuntamento servirà per "indagare a 40 anni di distanza dall’ultimo studio archeologico, applicando la metodologia dell’archeologia territoriale, leggera e non invasiva che si avvale dell’utilizzo di strumentazioni sofisticate e innovative, secondo la missione archeologica dell’Università di Firenze che sta già applicando questo modello nella regione di Petra, in Giordania”.

Il progetto condiviso dall’Unione comunale del Chianti Fiorentino, dal Consiglio regionale della Toscana e dall’Università di Firenze sarà presentato lunedì 18 alle ore 18,30 alla Cupola di San Michele Arcangelo a Semifonte. 

Nel borgo di Sant’Appiano sorgel'Antiquarium, una raccolta di reperti archeologici emersi durante diverse campagne di scavo, condotte a partire dalla fine dell'Ottocento nelle zone di Sant'Appiano, San Martino ai Colli e Semifonte. 

A San Casciano domina la tomba dell’arciere, il ritrovamento archeologico più consistente nel territorio, rinvenuto presso Sant'Angelo a Bibbione nel 1978 insieme all'imponente Stele dell'Arciere, reperto di prestigio della sezione archeologica del Museo Giuliano Ghelli dove è presente un’ampia collezione di oggetti, vasellame, strumenti e utensili di epoca etrusco-romana. 

Anche a Greve è stata aperta una sezione archeologica all’interno del museo di San Francesco con due specifiche sale destinate ad accogliere ed esporre il nucleo di reperti rinvenuti nell’importante sito archeologico del Castellaccio di Lucolena. 


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