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Attualità martedì 01 ottobre 2024 ore 09:10

Alzheimer, 80mila toscani nel cono d'ombra

mano di anziano

L'8% della popolazione con l'età scivola nelle demenze. All'indomani dell'omicidio della disperazione nel Pratese, ecco dove ricevere aiuto



TOSCANA — Si fa strada sgretolando i ricordi, compromettendo i legami emotivi e affettivi, alterando i comportamenti, cancellando competenze e capacità, fino a modificare la percezione della realtà: è il cono d'ombra dell'Alzheimer e delle altre demenze che in Toscana inghiotte complessivamente circa 80mila persone. La diagnosi di Alzheimer ha un'incidenza del 60% dei casi, e per 1.500 toscani si tratta di diagnosi precoci.

I caregiver, in larga misura familiari, vanno incontro allo stress di un'assistenza che sfibra e sfinisce emotivamente, oltre che fisicamente, demolendo le abitudini e gli stili di vita fino a pervaderli completamente. E' la disperazione, la stessa che l'altra notte a Vernio, nel Pratese, avrebbe portato una donna di 82 anni a uccidere il marito malato 87enne soffocandolo con un cuscino.

In una società che invecchia, quella dell'Alzheimer può configurarsi come emergenza sociale. Ma come farsi aiutare nella gestione della persona malata? E dove? La Toscana ha recepito, fra le prime regioni in Italia, il Piano Nazionale Demenza del Ministero della Salute, dotandosi anche di un Piano Regionale che ha consentito di avviare percorsi di potenziamento e innovazione dei servizi.

La rete di assistenza

In concreto, esiste una rete di Centri Disturbi Cognitivi e Demenze (Cdcd): rivolgersi a quello più vicino consente di attivare una eventuale presa in carico del malato: "Dopo un’ attenta valutazione da parte di una équipe specializzata, il Cdcd conferma l’eventuale diagnosi e avvia i trattamenti farmacologici e psicosociali disponibili. Alla persona e alla famiglia vengono fornite le informazioni sui servizi esistenti e può essere attivato l’eventuale collegamento con la rete dei servizi", illustra la Regione Toscana.

Dopo la diagnosi, sono previsti controlli periodici e vengono gestiti anche i probabili disturbi comportamentali - agitazione, aggressività, insonnia... - causa principale di ricorso all’ospedale e di stress per la famiglia: "In questi casi - è l'indicazione che arriva dalla Regione - è importante rivolgersi al proprio medico e/o al Cdcd di riferimento, evitando di ricorrere al pronto soccorso o all’ospedale, se non strettamente necessario".

In caso di bisogno rilevante di assistenza è possibile rivolgersi al servizio Punto Insieme più vicino, dedicato alle persone non autosufficienti e ai loro familiari:
"Un operatore aiuterà a compilare una scheda di segnalazione sullo stato di salute della persona che ha bisogno di assistenza. Una équipe di operatori qualificati, Unità di Valutazione Multidisciplinare (Uvm), valuta la situazione di bisogno segnalata e definisce un progetto di assistenza personalizzato (Pap)".


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