Cronaca mercoledì 05 giugno 2024 ore 18:40
Bancarotta fraudolenta, arresto e sequestri per 2,7 milioni
Oltre all'imprenditore arrestato ci sono 8 indagati fra Toscana, Lombardia, Puglia e Campania. Contestata anche la turbativa di aste fallimentari
PROVINCIA DI PISTOIA — Un giovane imprenditore arrestato con custodia cautelare in carcere, 8 indagati e sequestro di beni per oltre 2,7 milioni di euro: è il bilancio di un'operazione investigativa condotta dalla guardia di finanza di Pistoia e che ha portato le Fiamme Gialle anche in altre parti della Toscana nonché in Lombardia, Puglia e Campania.
L'imprenditore arrestato ha origini campane ma da tempo era residente nel Pistoiese. A lui sono attribuiti più episodi di bancarotta fraudolenta, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e turbativa di aste fallimentari. Le stesse condotte sono contestate a vario titolo in conconcorso agli altri 8 indagati residenti ancora in provincia di Pistoia, nel Fiorentino e poi nelle province di Brescia, Barletta-Andria-Trani e Napoli.
Oggetto del sequestro milionario sono le disponibilità finanziarie, i preziosi e le quote societarie direttamente o indirettamente in capo all'imprenditore arrestato per 623.328 euro, importo pari ai beni e valori distratti per sottrarli alle procedure di riscossione coattiva delle imposte nel tempo non versate, nonché una struttura alberghiera con relativi beni strumentali, il cui valore di perizia supera i 2,1 milioni di euro.
Il complesso turistico è risultato oggetto di esecuzione immobiliare: era già di proprietà di una società amministrata dall'imprenditore e poi fallita, e lui sarebbe riuscito in seguito a riappropriarsene illecitamente, facendo partecipare all’asta fallimentare un prestanome e presentando una falsa attestazione bancaria destinata a certificare l’apparente concessione di un mutuo, mai realmente neppure richiesto e finalizzato al pagamento del prezzo di aggiudicazione.
Le indagini - condotte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Pistoia con l’ausilio dalla Sezione di Polizia Giudiziaria, aliquota Guardia di Finanza della Procura della Repubblica di Pistoia - hanno consentito di ricostruire che il principale indagato, pur già condannato in via definitiva per bancarotta, aveva continuato a commettere una serie di reati fallimentari e tributari, utilizzando soggetti giuridici sempre nuovi, intestati a compiacenti prestanome.
Le società, dopo aver accumulato ingenti debiti commerciali, tributari e previdenziali venivano sistematicamente spogliate del loro patrimonio e condotte al fallimento. I relativi immobili e beni strumentali restavano, però, nella disponibilità del fallito celato dietro apparenti nuove imprese che li acquisivano prima che potessero essere attratti nell’attivo fallimentare, oppure partecipavano alle relative aste fallimentari producendo anche documentazione artefatta, onde ottenerne indebite aggiudicazioni.
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