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Cronaca giovedì 27 maggio 2021 ore 18:55

Nuova inchiesta rifiuti, interdetti dipendenti di Alia e altre società

La misura restrittiva ha colpito 9 persone accusate di aver commesso, a vario titolo, illeciti con "grave nocumento per salute pubblica e ambiente"



FIRENZE — La Polizia provinciale e i Carabinieri hanno eseguito stamattina 9 interdizioni dai pubblici uffici nei confronti di altrettanti funzionari e dirigenti di Alia, la società che smaltisce i rifiuti nelle province di Firenze, Prato e Pistoia, e di altre società ad essa collegate. Le interdizioni hanno durata variabile da 3 mesi a un anno. Su richiesta della procura fiorentina sono state poste sotto sequestro anche alcune aree del Polo Tecnologico di San Donnino, impianto gestito anch'esso da Alia. 

L’operazione scaturisce da un’indagine avviata nel 2016 che ha consentito agli inquirenti di portare alla luce "una serie di illeciti ambientali posti in essere dalla società Alia con grave nocumento per salute pubblica e ambiente" si legge in una nota dei Carabinieri. 

In particolare, gli inquirenti ritengono che le persone indagate, a vario titolo, abbiano:

- gestito illegalmente ingenti quantitativi di rifiuti speciali non pericolosi costituiti da ammendante comportato misto, prodotto presso l’impianto TMB, disperdendolo nell’ambiente con modalità non conformi a quelle previste dall’autorizzazione;

- smaltito illecitamente varie tipologie di rifiuti speciali non pericolosi presso la discarica di Case Passerini;

- scaricato sistematicamente sul suolo rilevanti quantità di percolato, prodotto presso l’ex discarica di Bosco ai Ronchi, all’interno di alcuni laghetti non impermeabilizzati;

- conferito presso vari impianti ingenti quantitativi di rifiuti speciali non pericolosi prodotti presso l’impianto di Faltona, utilizzando codici di classificazione (CER) non corretti al solo fine di conseguire un ingiusto profitto indiretto rappresentato dal risparmio sui costi di gestione.

L’inchiesta è il proseguimento delle indagini condotte dagli stessi reparti nel Dicembre 2017 e che portarono al sequestro di un impianto di trattamento rifiuti e di 570 tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi, con 33 persone indagate.


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