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Animali, migrare per sopravvivere

di - mercoledì 04 marzo 2015 ore 15:12

Disegno di Melania Merlo

In questo periodo dell’anno, tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, miliardi di esseri viventi percorrono migliaia di chilometri per la loro sopravvivenza. Le migrazioni sono uno dei più grandi spettacoli della natura, e per quanto siano state indagate e studiate, conservano ancora un alone di insondabile mistero.

I rischi -  Centinaia di migliaia di gnu si spostano insieme, seguiti da quasi altrettante zebre, gazzelle e da ogni tipo di predatore, pronto a cibarsi dei capi che restano isolati. A giugno arrivano ai guadi del Grumeti e del Mara, dove da giorni li attendono migliaia di coccodrilli e avvoltoi. Gli gnu si radunano sulla riva, poi il più coraggioso salta nel fiume, seguito da tutti gli altri in uno dei più crudeli spettacoli che la natura possa offrire. Gli scienziati sono arrivati da tempo alla conclusione che i rischi delle migrazioni sono ampiamente compensati dai vantaggi. Nel corso del viaggio molti esemplari muoiono a causa della mancanza di cibo, di difficoltà nell’orientamento e dell’assalto dei predatori, tra i quali l’uomo è uno dei più efficienti. Ma, dopo avere lasciato i rifugi invernali del Sud, vale sempre la pena di percorrere migliaia di chilometri per raggiungere spazi liberi e ricchi di cibo al Nord, dove è possibile nidificare e riprodursi in una relativa sicurezza.  

L'orientamento - Nessuno sa con precisione come gli animali riescano ad orientarsi nei lunghi viaggi. L’esempio delle tartarughe marine è il più stupefacente, perché percorrono più di 10 mila chilometri nel Pacifico, dirette alle coste della California, riuscendo a compensare la deriva causata dalle correnti meglio di qualunque esperto marinaio. Le tartarughe verdi che depongono le uova nell’isola di Ascensione nuotano dalla costa del Brasile per 2000 chilometri, ma un errore di soli 5 gradi nella rotta le porterebbe a 80 chilometri di distanza dall’obiettivo. Alcuni ricercatori hanno provato a immergerne una a decine di miglia a Nord dell’isola, e un’altra a Sud. Quella a Nord ha raggiunto Ascensione, quella a Sud ha girovagato per un po’ e poi è tornata in Brasile. Un mistero che nessuno è riuscito a districare.

La balena grigia comincia ora il suo viaggio di 18.000 km verso Nord, lasciando le acque calde del Messico per il Mare Artico, dove potrà consumare una tonnellata di plancton e molluschi al giorno; le megattere abbandonano il gelo dell’Antartide e si muovono sicure verso il Nord dell’Australia, cantando felici e stordendo i branchi di pesci con l’emissione di bolle d’aria.  


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