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Attualità mercoledì 01 aprile 2015 ore 20:09

"Alzare la Posta" è diventato un obiettivo comune

Raccolta fime e manifestazioni di protesta dei cittadini contro la chiusura dell'ufficio postale della Romola: oltre quattrocento reclami consegnati



SAN CASCIANO — I cittadini della Romola hanno riempito, sottoscritto e consegnato all’operatore dell’ufficio postale della frazione sancascianese oltre quattrocento reclami, utilizzando lo stesso facsimile messo a disposizione da Poste per segnalare disservizi e anomalie. Una nuova iniziativa di protesta organizzata da Sandro Matteini e Filippo Ninci del Coordinamento civico del Chianti contro la chiusura degli uffici postali, inseriti nel piano di ridimensionamento di Poste: un modo originale ma efficace per mettere nero su bianco la volontà ma soprattutto i disagi a cui dovranno andare incontro i cittadini una volta chiuso l'ufficio postale zonale. Un’intera comunità, preoccupata e minata dal rischio di chiusura del presidio postale, si è mobilitata contro il piano di razionalizzazione degli uffici nel Chianti. Oltre a chiedere la presenza e l’operatività dell’ufficio della Romola, i quattrocento cittadini hanno comunicato ufficialmente, in caso di chiusura, l’intenzione di ritirare ogni risparmio, recedere da ogni contratto ed evitare in futuro, nel rispetto della Legge, ogni tipo di servizio legato a Poste.

“Per salvare i nostri uffici postali – ha commentato Sandro Matteini, consigliere comunale di San Casciano - come cittadini, come associazioni, come esercenti, come rappresentanti delle nostre comunità del Chianti, ci siamo fin da subito attivati, in collaborazione con le amministrazioni comunali, l’Anci, l’Uncem e le istituzioni regionali: Comune per Comune abbiamo organizzato manifestazioni di protesta, volantinaggi, assemblee, raccolte di firme, e in maniera coordinata, sia a livello di Chianti che con le altre amministrazioni regionali colpite dai tagli, abbiamo deciso di tentare anche la via giudiziaria mediante il ricorso al Tar”. Una strada che è stata battuta in maniera convinta ed entusiasta e che ha visto ulteriori tappe: “abbiamo poi raccolto quasi 800 firme – ha proseguito il consigliere - che abbiamo portato in Comune perché fossero trasmesse dal Sindaco a tutte le istituzioni e le autorità competenti in materia e ai vertici regionali e nazionali di Poste. Ma possiamo e dobbiamo fare di più, sempre tutti insieme e in maniera civile, per non lasciare niente di intentato, per far sentire la nostra voce”. C'è anche un gioco di parole che sta andando di moda tra i cittadini, che suona come un grido di battaglia: “Alzare la Posta!”. “L’idea è quella di inondare Poste Italiane delle nostre ragioni contro la chiusura del nostro ufficio postale”. Anmche perché, secondo quanto previsto dalla Carta della Qualità e dalle Condizioni generali di servizio, Poste ha il dovere di esaminare e rispondere ai singoli reclami.


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