Attualità

Un percorso tra arte e leggenda

Studiosi di prestigiose università americane a Barberino per parlare del Rinascimento di Firenze e del legame tra Marcialla e Michelangelo

Nel cuore del Chianti, a Barberino Val d’Elsa, dove da anni un giallo d’arte legato ad un’opera di dubbia paternità michelangiolesca è ancora tutto da sciogliere, il Rinascimento e i suoi aspetti più estrosi diventano materia di approfondimento. Il punto di vista di illustri studiosi ed esperti della Columbia University in the City of New York e del Kunsthistoriches Institut in Florenz apre nuovi orizzonti su uno dei linguaggi figurativi più apprezzati al mondo di cui Firenze e la sua campagna sono culla. E' per questo che l'Unione comunale del Chianti fiorentino attiva una collaborazione inedita con alcuni docenti di due delle maggiori istituzioni culturali su scala internazionale.

I capolavori di Michelangelo e i Della Robbia, le botteghe scultoree della Firenze rinascimentale, il rapporto tra arte e musica e quello che intercorre tra architettura e potere, fanno parte di un percorso alla scoperta del rinascimento fiorentino chiamato “Firenze, l'estro del Rinascimento" che si snoda in quattro serate aperte al pubblico, ad ingresso libero, a partire da domani, giovedì 23 aprile alle ore 21,15, presso la Sala Espositiva "Ugo Capocchini" di Barberino Val d’Elsa.

L’iniziativa si inquadra nel programma di incontri culturali “Luoghi di sosta”, promosso dall'Unione Comunale del Chianti Fiorentino e andrà avanti fino al 28 maggio. “E’ l’iniziativa di punta di questa edizione della stagione di eventi primaverili – ha commentato l’assessore alla Cultura Elena Borri per l’Unione comunale del Chianti fiorentino - che si configura per la prima volta nel nostro territorio come un percorso alla scoperta del rinascimento fiorentino, un ciclo di conferenze davvero prestigioso che abbiamo messo in piedi grazie alla collaborazione dei docenti della Columbia University e del Kunsthistoriches Institut in Florenz”. Tra gli esperti di fama mondiale coinvolti nell’iniziativa ci sono Sophia D'Addio, Rachel Boyd e Lorenzo Vigotti della Columbia University e Dario Donetti del Kunsthistoriches Institut in Florenz. “Potrebbe essere l’occasione – ha commentato lo stesso assessore Borri - per chiedere un parere agli esperti sulla possibile attribuzione al grande genio fiorentino dell’affresco raffigurante la Pietà conservata nella Chiesa di Santa Maria a Marcialla”. Da anni, infatti, la comunità, convinta della paternità michelangiolesca di questo bellissimo dipinto, fa leva sia sull’evidenza storica della permanenza di Michelangelo sul finire del Quattrocento presso il convento degli Agostiniani a Marcialla sia sulla scoperta della sigla “MBF” rilevata spostando una pietra dell’altare, sotto l’affresco.

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