ChiantiBanca ha presentato istanza di way out

Ha un patrimonio superiore ai 200 milioni di euro e quindi può chiedere di non aderire al gruppo unico del credito cooperativo previsto dalla riforma

Dopo la Banca di Cambiano, ChiantiBanca è il secondo istituto di credito toscano che ha presentato alla Banca d'Italia istanza di way out.

Contemporaneamente all'invio della richiesta il consiglio di amministrazione, presieduto da Lorenzo Bini Smaghi,  ha inoltrato una comunicazione ai soci di ChiantiBanca, chiamati a promunciarsi su questa scelta "anche sulla base delle analisi e delle valutazioni dei vantaggi e degli svantaggi dell'operazione che saranno effettuate nei prossimi mesi".

"Vaglieremo con cura e scrupolo ogni aspetto operativo, occupazionale e legale - ha dichiarato il cda  in una nota - in modo da rappresentare ai soci entro la fine dell'anno il quadro il più possibile corretto e fedele delle opportunità e dei rischi inerenti ai due scenari dettati dalla riforma del credito cooperativo".

"Il nostro obiettivo è continuare a far crescere la la banca e renderla protagonista dell'economia toscana - conclude la nota - cogliendo le opportunità di sviluppo territoriale e mantenendo inalterato il radicamento alle comunità".