Cronaca

Strage in Erasmus, riaperto il processo

La Corte d'Appello di Tarragona ha accolto l'ultimo ricorso delle famiglie delle vittime della strage. Tre studentesse in Erasmus erano toscane

L'arrivo dei feretri delle studentesse toscane

Dopo tre anni e tre tentativi di archiviazione i familiari delle vittime della strage del bus avvenuta in Catalogna, Spagna, dove morirono tredici studentesse in Erasmus, tra cui 3 toscane (Valentina Gallo, Lucrezia Borghi ed Elena Maestrini), possono tirare un sospiro di sollievo. Il processo si farà. A stabilirlo la Corte d'Appello di Tarragona accogliendo l'ultimo ricorso delle famiglie delle studentesse. I genitori delle ragazze morte nell'incidente in Spagna non si sono mai arresi e in tutto questo tempo hanno lottato per ottenere giustizia.

Per i giudici dovrà essere il processo a stabilire cosa è accaduto la notte del 20 marzo 2016, quando l'autista del bus, Santiago Rodriguez Jimenez, 62 anni, unico indagato e accusato di omicidio colposo, perse il controllo del mezzo sull'autostrada fra Barcellona e Valencia, finendo fuori strada. Secondo alcune testimonianze raccolte dalla polizia spagnola fra gli studenti sopravvissuti all'incidente,   l'autista quella notte avrebbe accusato sonnolenza. Ulteriori accertamenti presso l'ispettorato del lavoro hanno evidenziato che l'uomo non avrebbe rispettato i turni di riposo previsti dalla legge.

Nell'incidente persero la vita tredici studentesse universitarie che stavano frequentando in Spagna i corsi dell'Erasmus. Sette erano italiane e fra queste c'erano tre ragazze toscane: Valentina Gallo, fiorentina, Lucrezia Borghi di Greve in Chianti ed Elena Maestrini di Gavorrano, in Maremma.

"Il nuovo procedimento aperto contro l'autista servirà a capire bene tutte le criticità di questa vicenda - ha dichiarato all'Ansa Gabriele Maestrini, padre di Elena - e finalmente le nostre figlie avranno giustizia".