Attualità

Tre secoli 'doc' in un francobollo

Una speciale emissione filatelica per ricordare i bandi granducali emanati 300 anni fa da Cosimo III a tutela del territorio di produzione dei vini

Vino in festa in tutta la Toscana per celebrare il primo embrione di 'denominazione di origine controllata'. Questo significò infatti, tre secoli fa, la promulgazione dei bandi granducali emanati da Cosimo III dei Medici a tutela del territorio di produzione e del corretto scambio commerciale dei vini toscani. 

"Con l'editto del 24 settembre dell''anno 1716 "Sopra la Dichiarazione de' Confini delle quattro Regioni Chianti, Pomino, Carmignano e Val d'Arno di Sopra", si stabiliva per la prima volta la corrispondenza tra una denominazione e il territorio di produzione, una vera e propria doc ante litteram", ha ricordato il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani durante la presentazione del francobollo nella sala del Gonfalone di Palazzo Panciatichi, 

L'iniziativa è stata decisa dal ministero dello Sviluppo economico, su invito dell'Accademia dei Georgofili. La cerimonia si è tenuta oggi nella sede dell'Assemblea toscana. 

"Il francobollo è un modo moderno per comunicare, in modo diverso rispetto ai messaggini sul telefonino, molto apprezzato anche all'estero - ha ricordato Pietro La Bruna, responsabile della sezione filatelica di Poste Italiane -. Il francobollo ci costringe a ritrovare il tempo di pensare, di scrivere, di raccontare. E l'emissione di oggi racconta una storia straordinaria". 

Per Bernardo Gondi dell'Accademia dei Georgofili, "l'Accademia nasce come espressione della borghesia fiorentina, che si era fatta valere in giro per il mondo con il commercio della lana, della seta e di altri prodotti ed ha quindi investito in aziende agricole. E' stato allora che ha sentito la necessità di un sostegno alla propria imprenditorialità su un mercato globale sempre più difficile e competitivo". 

All'annullo del francobollo era presente anche il presidente della commissione sviluppo economico Gianni Anselmi per il quale "è molto bello che questa celebrazione avvenga qui, nella nostra assemblea. Non c'è luogo come la Toscana, dove più volte nel corso della storia la modernità si è manifestata plasticamente. C'è la coscienza di un'identità, che nelle proprie radici non si chiude, ma si apre al mondo".