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Terremoto, cento anni fa simili episodi

L'ultimo sciame sismico che ha colpito il Chianti è collegato a quello di dicembre: occorre non abbassare la guardia

Uno degli epicentri dello recente sciame sismico

Il terremoto delle scorse settimane, o per meglio dire lo sciame sismico che ha colpito il Chianti prima a dicembre a poi all'inizio dell'anno, ha permesso di approfondire alcune tematiche riguardo a questi fenomeni naturali. E' stata la Giunta Baroncelli a voler interpellare esperti del settore per analizzare ciò che è successo nel Chianti e capire quali potrebbero essere le prospettive – perché di pevisioni non si può parlare – per il territorio. I punti salienti sui quali si sono basati gli interventi degli esperti che sono giunti nel Chianti per analizzare la situazione sono sostanzialmente due: “Il primo – viene spiegato proprio dalla stessa Giunta Comunale – è che l’evento verificatosi qualche settimana fa, caratterizzato dalle punte di magnitudo pari a 3.3 e 3.7, non risulta scisso dai movimenti di dicembre ma fa parte della stessa catena che ha raggiunto tra i 9 e gli 11 Km di profondità causando la frattura della crosta terreste, mentre il secondo è che nel Chianti, dove la vulnerabilità sismica è considerata di medio livello, il numero elevato di sismi, circa 500 dallo scorso dicembre, ha permesso di diluire l’energia ed evitare, in linea teorica, il verificarsi di un evento di vasta portata”. Ma non è tutto, visto che, comunque, sempre secondo gli esperti “occorre non abbassare mai la guardia con madre natura, i sismi sono imprevedibili e fanno parte del pianeta che vive in quanto in continua trasformazione”. Gli esperti hanno rilevato inoltre che i terremoti chiantigiani nel corso dei secoli si sono distanziati l’uno dall’altro di circa cento anni. “I primi ipocentri si sono verificati nell’Ottocento e nel Novecento e ora, tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015, il terzo: sono dati storici dai quali la scienza parte per elaborare ragionevoli ipotesi, mai assolute certezze, destinate ad aiutare noi umani a comprendere tempi e modalità di espressione della natura verso le quali occorre continuamente tenere alta l'attenzione e attivare strategie rivolte alla prevenzione”.