Cultura

Restaurato l'affresco della "Madonna del latte"

Alle 18 al Museo archeologico del Chianti senese spazio alla pubblicazione sul recupero del Gruppo Archeologico Salingolpe

“Storia e studio della Madonna del Latte di Castellina in Chianti”. E’ questo il titolo della pubblicazione che sarà presentata lunedì 8 dicembre, alle 18, al Museo archeologico del Chianti senese di Castellina in Chianti, per illustrare e valorizzare l’affresco della Madonna del Latte fra angeli e i santi Giovanni Battista e Galgano, conservato nella chiesa del Santissimo Salvatore di Castellina in Chianti e tornato a nuova vita nei mesi scorsi grazie al locale Gruppo Archeologico Salingolpe. L’iniziativa è inserita nel cartellone Chianti d’Autunno e chiuderà gli appuntamenti castellinesi con la rassegna culturale ed enogastronomica che ha animato nelle scorse settimane i Comuni del Chianti senese e fiorentino.

La pubblicazione, tradotta anche in inglese, racconta lo studio e il recupero dell’affresco, risalente al XV secolo e attribuito alla bottega di Bicci di Lorenzo e al suo allievo Maestro di Signa, e conta sul contributo storico di studiosi di livello nazionale e sul supporto istituzionale del Consiglio Regionale della Toscana. Il recupero dell’affresco è iniziato nel settembre 2013 grazie all’impegno del Gruppo Archeologico Salingolpe di Castellina in Chianti, locale associazione culturale di volontariato, e della restauratrice Lucia Fagioli, insieme alla ditta Giovannoni Restauri, con il sostegno economico di Don Gino Giannini, Don Luciano Tomek e Banca di Credito Cooperativo di Cambiano e la partecipazione dell’Archeoclub d’Italia, della Soprintendenza ai beni storici, artistici ed etno-antropologici per le province di Siena e Grosseto e dell’Arcidiocesi di Siena, Colle e Montalcino.

“L’affresco della Madonna del Latte fra angeli e i santi Giovanni Battista e Galgano - afferma l’assessore alle politiche culturali di Castellina in Chianti, Claudia Sensini - rappresenta un’opera importante nel patrimonio culturale del nostro paese e ringraziamo il Gruppo Archeologico Salingolpe e tutti i soggetti coinvolti per lo sforzo economico e intellettuale compiuto per recuperarlo e valorizzarlo. Grazie al suo accurato restauro e alla dettagliata pubblicazione che ne documenta lo studio e il lavoro successivo, potremo ammirare e capire fino in fondo una perla del nostro patrimonio rimasta a lungo incompresa e poco conosciuta”.