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Appello e ricatto per salvare l'ufficio postale

Il vicesindaco Venturini ha invitato Renzi a ritirare il decreto che autorizza la chiusura dei presidi periferici. E a San Donato sono pronti a tutto

La rabbia dei sandonatini è pronta ad esplodere. Nel giorno in cui i sindaci si sono incontrati con il governatore Rossi per pianificare una strategia comune, il vicesindaco di Tavarnelle val di Pesa, Davide Venturi, si è detto pronto a scrivere a Matteo Renzi affinché ritiri il decreto che autorizza la chiusura di 63 uffici postali in Toscana e la riduzione di orario di atri 37 presidi periferici.

"Non siamo mai stati coinvolti in un percorso di trattativa - ha detto Venturi - Non esiste nessuna fase di accompagnamento alla cessazione né di sostituzione con servizi automatici di presidio. Voglio ricordare inoltre che San Donato, dove abita un migliaio di persone tra cui molti anziani, è già stato colpito dalla riduzione dei servizi al credito e al risparmio, oltre che trovarsi in un’area fortemente penalizzata sul piano dei trasporti pubblici”.

Ma le parole più dure sono arrivate da Filippo Ninci, presidente della Filarmonica Giuseppe Verdi. "Noi - ha detto Ninci - non abbiamo il compito di mantenere viva una frazione, possiamo contribuire certamente ma non è un nostro dovere. E se, come Poste, decidessimo di chiudere cinema, teatro e luoghi culturali e ricreativi? Cosa succederebbe in questo caso?"