Attualità

Piano Paesaggistico, tra opportunità e burocrazia

Divergenze tra Province e Ministero, ma i Comuni guardano avanti. Pescini: "Stiamo collimando i vari pareri, dobbiamo dare risposte ai cittadini"

Sono passati quasi due mesi da quando, lo scorso 2 luglio, il Consiglio Regionale della Toscana ha approvato l’adozione del nuovo Piano Paesaggistico. Studiato con la collaborazione degli Enti locali e delle Università e in accordo con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali del Turismo, il Piano è basato su un grande lavoro di approfondimento e di sistemazione della conoscenza dei caratteri e degli elementi che definiscono i paesaggi toscani e la loro percezione. Oltre i paesaggi già tutelati con i vincoli statali, interessa anche le periferie, le aree in abbandono, le zone industriali anche degradate, i bacini fluviali, le colline coltivate e le piane urbanizzate, ed è arricchito da schede d'ambito e una cartografia originale che ha ricevuto un prestigioso riconoscimento internazionale.

Apparentemente un importante passo avanti che però sta complicando la vita di molte amministrazioni. Infatti, mentre la Regione era al lavoro per la definizione del nuovo Piano, i Comuni stavano dietro alle normative provinciali, che oggi si differenziano da quelle regionali: Abbiamo perso tempo con la Provincia, - ha detto irritato il Sindaco di Gaiole in Chianti Michele Pescini – perché a luglio, quando la nuova Giunta si era insediata da poco più di un mese, non avevamo ancora chiuso i ragionamenti su quello che ora ci ritroviamo a dover di nuovo discutere tutto con la Regione”.

E così anche in questo caso e come spesso accade, la burocrazia complica le procedure piuttosto che snellirle. Le amministrazioni comunali, oltre ad aver speso energie e risorse inutilmente, si trovano adesso a dover riprendere in mano ciò che era stato discusso e portato avanti secondo il piano provinciale: “I nostri dipendenti – continua Pescini - stanno tentando di capire le cose che possono collimare. E così, mentre i cittadini sono fuori ad aspettare risposte che noi non siamo in grado di dare, passano intere giornate di lavoro tra gli incartamenti”.