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Il Covid non ferma l'orgoglio della Festa dell'Uva

La vera forza della festa è negli abitanti di Impruneta che fanno squadra e preparano i carri per una edizione limitata a causa della pandemia

Basta uno sguardo per comprendere la vera forza che anima la Festa dell'Uva di Impruneta, è negli occhi e nelle mani degli abitanti dei rioni che ogni anno, a fine estate, si ritrovano per dare vita ai carri allegorici ed alle straordinarie coreografie.

Quest'anno non ci sarà la sfilata perché il Covid ha limitato una delle tradizioni più animate e amate del panorama folcloristico toscano ma la creatività e la passione non mancano.

A fare un giro notturno dei rioni è stato nelle scorse ore il sindaco, Alessio Calamandrei "Ieri sera giro sui rioni. Sante Marie, Fornaci, Sant’Antonio e Palló. Piccoli segnali di un ritorno alla “quasi” normalità. Piccoli passi positivi". "Certo domenica in piazza non sarà la Festa dell’Uva che ormai conosciamo - ha aggiunto il primo cittadino - ma sarà un po’ come tornare alle origini, con un carro statico per ogni rione, posizionato in piazza Buondelmonti".

E' strano il silenzio in una comunità abituata a farsi sentire, così come è strana la distanza tra compaesani abituati ad abbracciarsi, o vedere tavolate vuote tra i rioni che hanno una lunga storia dove ognuno ha messo un pezzo di cuore, di sacrifici, di gioia e di lacrime versate sulla piazza al momento della proclamazione del vincitore. 

Il Covid ha segnato anche la comunità di Impruneta ma non ha scalfito l'orgoglio di chi è pronto a sfidare ogni regola della fisica, dell'artigianato o della danza per portare in scena lo spettacolo più bello.