Attualità

Il futuro del Chianti in Asia

Il Consorzio del Vino Chianti fa ritorno in Toscana dopo aver concluso il tour che lo ha visto protagonista per due settimane nel continente asiatico

Oltre 40 aziende hanno partecipato al primo Prowine di Hong Kong, con uno stand di 192 metri quadri a disposizione, è stata poi la volta di Singapore e infine, una primissima esperienza a Seoul.

Ad Hong Kong le aziende del Consorzio vino Chianti  hanno incontro oltre 150 buyers. 

"E' indubbio che torneremo in Asia già nel 2018 - ha spiegato Marco Alessandro Bani, direttore del Consorzio – in quanto il mercato lo impone dati i numeri che il consumo interno di questo paese sta registrando. Ogni seminario che abbiamo organizzato ha riscosso enorme interesse e tanta partecipazione. Siamo convinti che la strada sia quella giusta per promuovere la nostra Denominazione.”

Secondo Wine Monitor, l’Osservatorio del Vino di Nomisma, nel corso di un decennio, l’import di vino nel continente asiatico è passato da 1,7 a 6,4 miliardi di euro, arrivando così a pesare per il 21,5 per cento sulle importazioni mondiali. Di questi 6,1 miliardi quasi l’80 per cento fa riferimento a Giappone e Cina. Con oltre 21 milioni di ettolitri, la Cina rappresenta uno dei primi mercati al mondo per consumi di vino con un incremento fra il 2014 e il 2015 del 10 per cento (+44,7% rispetto al 2010). Oggi rappresenta circa l'11 per cento del consumo mondiale. Più in generale, l’Asia pesa ormai per il 6,5 per cento nell’export vinicolo italiano (contro il 4,6% di dieci anni fa) e rappresenta un importante mercato di sbocco per i vini rossi della Toscana: nel 2016, l’export nel continente di questa categoria ha superato i 42,2 milioni di euro, vale a dire l’8 per cento di tutte le esportazioni dei vini rossi Toscani, con una crescita che solo negli ultimi quattro anni è stata del 186 per cento.