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​Longevità, nel Chianti la ricetta del buon vivere

Sono oltre venti i centenari presenti nel territorio. Da diciotto anni un team di medici italo-americano conduce una ricerca a Greve e Bagno a Ripoli

L’amore per la terra, la cucina casalinga, la coltivazione e il consumo di prodotti genuini sono sinonimo di longevità. Il valore della filiera corta si è rivelato nel tempo la ricetta giusta del buon vivere. È quanto hanno confermato i diciotto anni di attività, studio e ricerca portati avanti dall'équipe di medici americani e italiani nell’ambito del progetto InChianti, sostenuto dal National Institute of Aging di Bethesda negli Stati Uniti in collaborazione con i Comuni di Greve in Chianti e Bagno a Ripoli.

Gli oltre venti centenari, uomini e donne presenti nel Chianti residenti a Greve, San Casciano, Tavarnelle, Barberino, sono i testimoni migliori di questo stretto legame che mette in relazione qualità della vita e buon invecchiamento.

Molti dei 400 anziani che oggi continuano ad essere monitorati dal team di medici riferiscono che è merito dell’aria buona che si respira tra le nostre colline, altri sostengono che l’elisir di lunga vita è assicurato dalla qualità e dalla genuinità di ciò che si mangia, spesso coltivato nel proprio orto o campo.

“Il valore di questo progetto - commenta il sindaco Paolo Sottani – che contiene il maggior numero di informazioni a livello europeo è ampio e mirato in quanto approfondisce dal punto di vista scientifico i dati riguardanti la longevità degli abitanti, parametro che risulta superiore a quella di altre zone d’Italia e d’Europa”.

Anche il medico Marco Colpo che sta seguendo il quinto follow up del progetto InChianti, al momento in corso, rileva che “la longevità è legata alla salute psicofisica ed è un risultato algebrico di vari fattori tra cui lo stile di vita, le abitudini e l’alimentazione che deve essere sobria e regolare e ricorrere a cibi di qualità e non in quantità eccessive, altro fattore importante è il movimento”.