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Cultura mercoledì 21 ottobre 2015 ore 15:01

Un Pirandello inedito e il rapporto con il cine

Stefano Massimi porta in scena "Si gira!" libero adattamento dai “Quaderni di Serafino Gubbio operatore”



SAN CASCIANO — Arca Azzurra Teatro debutta in prima nazionale con “Si gira!”, il nuovo spettacolo che apre la stagione del Teatro Niccolini di San Casciano, dove andrà in scena venerdì 23 e sabato 24 ottobre alle 21. A due anni dal primo felice e fulminante incontro con Stefano Massini, autore e regista del “Principe” dal capolavoro di Niccolò Machiavelli, con cui la compagnia ha celebrato il 500esimo anniversario della scrittura del celeberrimo trattato del Segretario Fiorentino, prosegue la fortunata collaborazione e questa volta Massini confeziona per l’Arca Azzurra un testo tratto dal romanzo di Luigi Pirandello: “Quaderni di Serafino Gubbio operatore”, scritto negli anni Dieci del Novecento e nel quale traccia un ritratto straordinariamente vero e a tratti fortemente autobiografico del suo rapporto, non proprio idilliaco, con la nascente industria cinematografica italiana.

Lo spettacolo è il frutto di un percorso iniziato già nel 2014 e proseguito con un lavoro di prova e di messa a punto, un vero e proprio work in progress, che ha impegnato attori e autore-regista, dal gennaio al marzo 2015. In questo periodo il testo del grande autore siciliano, nella riscrittura e sotto la direzione di Massini, è stato “metabolizzato” dalla compagnia fino a diventare una forsennata macchina da palcoscenico, piena di accelerazioni degne di una comica di Ridolini, pur nel rispetto del finissimo gioco psicologico pirandelliano che rende memorabili i suoi protagonisti.

Sul palco chiantigiano saliranno Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Duccio Baroni e Silvia Frasson, Gabriele Giaffreda.

“Quanta verità – ha spioegato lo stesso Stefano Massini - in questo romanzo meno noto del futuro premio Nobel. Quanta sorpresa nell’indagare queste pagine come un lucidissimo prologo del nostro tempo attuale. C’è qualcosa di emozionante nel riaprire oggi, a distanza di un secolo esatto, le pagine di questo diario così strano, metaforico e illuminante, tutto incentrato sulla metamorfosi di un essere umano in un’algida macchina da riprese”.

Uno spettacolo da seguire che traccia anche un profilo interessante dell'Italia del Novecento: “Tutto ambientato – ha sottolineato ancora Massini - fra le stravaganze felliniane di un set alle prime armi, fra dive alla Almodovar e squarci da Ernst Lubitsch, il romanzo di Pirandello indaga sornione e inquieto fra le pieghe di un novecento tutto ancora da costruire, ma già fiero in culla del suo essere il secolo della cineproiezione. È come se si scaldassero i motori, e solo noi sappiamo a posteriori l’esito della folle corsa. Per cui non ci resta che assistere stupiti alla turbata vicenda umana di un Charlie Chaplin nostrano, destinato a perdere l’identità di uomo per divenire occhio, obiettivo e diaframma di una gigantesca cinepresa. Serafino Gubbio: forse la prima vittima sull’altare della cine-follia”.


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