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Lavoro mercoledì 06 settembre 2023 ore 09:29

Rientro al lavoro sì ma quale? Tre milioni a caccia di nuovo impiego

gente che cammina

L'offerta occupazionale aumenta e con essa anche la voglia di dimettersi e cambiare posto di lavoro. Giovani protagonisti nel fenomeno



ROMA — A Settembre rientro al lavoro sì: ma quale? Sono più di 3 milioni gli italiani che con la ripresa delle attività dopo la pausa estiva si dimettono per cercare una nuova occupazione. D'altronde l'offerta è in crescita, così aumenta la voglia di cercare una posizione che dia maggiori soddisfazioni sotto il profilo del compenso (denaro ma anche benefit e welfare) e assicuri un migliore equilibrio rispetto alla vita privata.

Le cifre di una tendenza costantemente in aumento dall'inizio dell'era Covid-19 con l'emergere del fenomeno delle dimissioni volontarie sono messe a fuoco nell’ultima indagine della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro dal titolo Ritorno al lavoro: per 3 milioni parte la ricerca di una nuova occupazione

Nel 2022 sono stati 121.756 gli occupati a tempo indeterminato che si sono dimessi al rientro dalla pausa estiva (circa il 10% del totale delle dimissioni avvenute durante l’anno), e quello è stato proprio l’anno record delle dimissioni: 1.255.000 lavoratori a tempo indeterminato hanno lasciato il proprio impiego (+9,7% rispetto al 2021, +24% rispetto al 2019). Se si considerano, poi, i lavoratori a termine e stagionali, il numero arriva a 2.156.000 (+13,3% rispetto al 2021, +27,8% rispetto al 2019). 

Quanto ai settori più interessati dal fenomeno, la ricerca evidenzia come su 100 dimissioni di lavoratori a tempo indeterminato, la quota maggiore si è avuta nel commercio e nei servizi turistici (33,8% del totale) e nel comparto manifatturiero (25%). 

La diffusa mobilità vede protagonisti i giovani: il 13% di loro, infatti, ha cambiato lavoro, mentre il 15% è attivamente alla ricerca di una nuova occupazione. A spiegare il fenomeno, soprattutto la mancata soddisfazione per la situazione professionale precedente. 

Non a caso il 41% di chi ha cambiato lavoro negli ultimi due anni (o si accinge a farlo) dichiara che a guidarlo verso questa scelta è stato soprattutto lo scontento per l’attuale condizione. Cosa viene ricercato nel nuovo lavoro? In primis, un miglioramento retributivo complessivo anche in termini di welfare e benefit (39%). Poi, un migliore equilibrio lavoro-vita privata (30%), il desiderio di riscoprire motivazioni e nuovi stimoli (21%), un migliore clima aziendale (20%) e prospettive di crescita e carriera (20%).


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