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Attualità martedì 16 settembre 2014 ore 16:03

"Si prenda il Dna del Mostro"

Gli avvocati dei Compagni di Merende lanciano l'appello per fini investigativi perchè non si disperdano i resti di Pietro Pacciani



SAN CASCIANO — Dopo l'Università di Bari e un altro misterioso richiedente, è la volta degli avvocati dei “Compagni di Merende” a richiedere lumi sui resti di Pietro Pacciani, il contadino di Mercatale a cui sono stati attribuiti gran parte dei delitti del Mostro di Firenze. Sono Rosario Bevacqua, storico difensore di Pietro Pacciani, Nino Filastò difensore di Mario Vanni e Antonio Mazzeo, anche lui nella difesa di Vanni a richiedere ufficialmente, come riportato da una agenzia di stampa di “non gettare via i resti del Vampa perché si può estrarre il Dna o, almeno, conservarli per qualunque ipotetica evenienza investigativa”. Il rischio è infatti quello di veder scomparire per sempre i resti di Piacciani dall'ossario del cimitero di San Casciano visto che, per il momento, nessun parente ha richiesto niente dopo la riesumazione.

“Il Dna, con le tecniche attuali, si sta rivelando un supporto molto importante per risolvere i delitti irrisolti – hanno fatto sapere gli avvocati - e nella vicenda del Mostro ce ne sono addirittura tre su otto senza un colpevole. Per questo è buon senso non disperdere i resti ossei di Pacciani e, se proprio non ci sono le condizioni per il prelievo del suo Dna, almeno si conservino. Perché, altrimenti, si dovrebbe cancellare, eliminare una prova?”.

Un caso, dunque, che non accenna a chiudersi, in virtù del fatto che le figlie non si sono ancora fatte avanti nella richiesta dei resti di Pietro Pacciani. A questo punto, senza una mossa ufficiale da parte dei familiari o senza la loro delega, nessuno può pretendere di poter aver accesso ai resti del Mostro di Firenze. La decisione, comunque, non sembra essere imminente.


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