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Attualità lunedì 04 agosto 2014 ore 14:50

Animali tenuti in un lager

Operazione dei carabinieri di San Casciano. Per liberare gli animali è stato necessario smontare le gabbie



SAN CASCIANO — A raccontare l'operazione che ha portato al sequestro di alcuni animali detenuti in luoghi fatiscenti effettuato dai Carabinieri di San Casciano, dal Corpo Forestale dello Stato e dal'Asl 10 di Firenze è direttamente l' Italian Horse Protection Association, un'associazione senza scopo di lucro che opera sul territorio nazionale per la tutela dei cavalli e degli altri equini.

Tutto è iniziato il 10 aprile con un esposto ai Carabinieri, che dopo aver condotto mesi di indagini e monitoraggi, il 30 luglio scorso hanno portato alla denuncia del proprietario degli animali e al loro trasferimento in luoghi più idonei.

Quando le forse dell'ordine sono arrivate sul posto hanno trovato non un allevamento ma una specie di lager: tre cavalli chiusi in spazi angusti, con recinzioni fatiscenti, mangime pieno di muffa, acqua ristagnante, oltre che deiezioni dappertutto. I carabinieri hanno poi rinvenuto un asino e due cani chiusi in gabbia. Situazione ai limiti dell'incredibile. Basti pensare che per liberare i cavalli è stato necessario smontare i box improvvisati.

Oltre a Carabinieri, Asl e Forestale, l'operazione ha visto l'intervento dell'associazione AnimaEquina che ha individuato strutture e persone disponibili ad accogliere gli equidi, l'Italian Horse Protection ha inizialmente fornito supporto per far andare avanti la denuncia e ottenere l'intervento delle autorità; le guardie zoofile dell'Enpa di Firenze si sono infine occupate della parte burocratica.

Da un lato persone che decidono di prendere animali senza avere né spazi adeguati né alcuna conoscenza delle loro necessità etologiche – dice Sonny Richichi, presidente IHP -; dall'altro, i controlli ancora troppo carenti: ci chiediamo come sia possibile che questa persona - già segnalata in passato - abbia potuto continuare a prendere animali. E perché, per liberare questi ultimi da una condizione di sofferenza, sia stato necessario un esposto e un pressing costante da parte delle associazioni, durato mesi.“


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